Le chiamava nell’ufficio di presidenza con la scusa di discutere del loro rendimento scolastico. Poi, una volta rimasto da solo con loro, tentava di baciarle avanzando anche richieste sessualmente esplicite: è questa l’accusa che ha portato all’arresto di un preside di un istituto superiore di Caltagirone per violenze e tentata violenza sessuale nei confronti di sette studentesse minorenni.
L’inchiesta, portata avanti dai Carabinieri e coordinata dalla procura di siciliana, è partita dalla denuncia nello scorso maggio di una ragazza di 15 anni. La giovane aveva raccontato di avere subìto, da parte del proprio dirigente scolastico, delle attenzioni simili a un corteggiamento, abbracci e “like” su alcune delle sue foto sul proprio profilo Instagram.
Un giorno il preside, dopo averla chiamata nel suo ufficio e aver chiuso la porta, le avrebbe chiesto dei “bacini”, proponendosi inoltre di darle dei “morsi”. Il dirigente scolastico l’avrebbe anche baciata sul collo e non sarebbe riuscito ad andare oltre solo per il netto rifiuto da parte della ragazza.
Dopo la denuncia della studentessa sono state avviate altre indagini che hanno quindi ricostruito un quadro più ampio nel quale altre ragazze minorenni avrebbero subìto avance simili a quelle denunciate dalla 15enne. I carabinieri hanno ascoltato sei giovani ragazze che hanno confermato l’atteggiamento morboso del preside che, con il pretesto di discutere del loro rendimento scolastico, avrebbe tentato un approccio sessuale anche con loro. Il dirigente scolastico ora si trova agli arresti domiciliari.
“Capisco che il mio modo, molto confidenziale che ho da 40 anni a scuola, si possa essere prestato a interpretazioni diverse da quello che ero il mio intento: stare accanto ai ragazzi” si è difeso il preside durante l’interrogatorio di garanzia dove ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee.
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