Auguri di Pasqua amari da un preside: ecco cosa ha scritto ai prof

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Sta suscitando forte indignazione la lettera pubblicata sul sito dell’Istituto Comprensivo di Bedizzole dal dirigente scolastico Pietro Michele Dursi, che ha scelto un modo decisamente poco convenzionale – un messaggio di auguri pasquali reso pubblico sul web – per esprimere critiche, più o meno velate, nei confronti di una parte del corpo docente. Come racconta Il Giorno, il dirigente ha rivolto auguri sarcastici agli insegnanti accusati di fare “assenze strategiche” e di disertare le riunioni, generando malcontento e amarezza tra molti colleghi.

Tra le prime voci critiche, quella della docente Cecilia Verna, che aveva inizialmente scritto in forma privata al dirigente, ma ha poi deciso di intervenire pubblicamente per difendere la categoria. «Come docente dell’IC di Bedizzole – scrive – voglio esprimere il mio sconforto nel vedere pubblicata sul sito dell’Istituto una lettera che, anziché augurare buone feste, getta discredito su tutta la classe docente». Verna contesta il tono e il contenuto del messaggio, che, secondo lei, finisce per “mettere in evidenza chi non fa bene il proprio lavoro” e danneggiare l’immagine complessiva degli insegnanti agli occhi di studenti e famiglie.

«Se davvero ci sono insegnanti che non fanno il loro dovere – sottolinea – è compito del dirigente affrontare i singoli casi, non colpire indistintamente l’intera categoria». E aggiunge: «Trovo offensivo che un messaggio pubblico possa rafforzare stereotipi negativi su una professione già troppo spesso bersaglio di critiche».

La docente ricorda come da anni la scuola pubblica e chi ci lavora siano oggetto di delegittimazione: «Parole come queste – afferma – finiscono per dare nuova linfa a quei genitori che non aspettano altro che un pretesto per attaccare gli insegnanti».

Verna ha scelto di rispondere con dei “contro-auguri”, rivolti a tutti quei colleghi che, nonostante le difficoltà, continuano a lavorare con dedizione e spirito di sacrificio. Il suo messaggio si trasforma in un inno alla resistenza quotidiana del corpo docente, tra burocrazia, classi complesse e mancanza di riconoscimento:
«Voglio ringraziare – scrive – chi lavora con passione anche senza sentirsi sostenuto, chi affronta la fatica quotidiana con professionalità, chi continua a formarsi, a studiare, a dialogare, a credere in una scuola fatta di relazioni e umanità, anche in un contesto che sembra volerle soffocare».

Infine, un riconoscimento a chi non si arrende: «A tutti coloro che, nonostante tutto, non mollano, perché è proprio in questi momenti che serve la loro resilienza, silenziosa ma indispensabile, va il mio più sentito ringraziamento».

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