Dopo i ministri anche i rettori delle università italiane provano ad alzarsi lo stipendio. Tutto grazie a una norma creata ai tempi del governo Draghi ma che il ministero dell’Università e della Ricerca, per ora, vorrebbe bloccare.
Come ricostruisce il Quotidiano Nazionale, i Dpcm 143 del 23 agosto 2022, emanato dall’allora premier Mario Draghi, permette infatti alle università di adeguare le indennità di rettori e prorettori. Dopo i primi mal di pancia dovuti alle richieste di aumenti che hanno scosso soprattutto gli atenei del Sud (Bari e Lecce su tutti) il Miur ha tenuto nel congelatore le richieste che però crescono di mese in mese. Al momento l’esborso totale per i compensi dei rettori è pari a 1,7 milioni, con gli adeguamenti avviati in virtù del Dpcm Draghi, secondo le stime, potrebbe salirebbe a oltre 3,5 milioni all’anno.
Nella lista ferma al Ministero, secondo QN, ci sono anche l’Università di Urbino e quelle di Macerata, Bologna, Ferrara e Parma. Tutte le indennità secondo quanto pubblicato oggi con gli aumenti previsti raddoppierebbero, o addirittura, triplicherebbero il loro ammontare. Passando da una media di 40-50 mila euro l’anno a oltre 100mila.
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