Indossarla, soprattutto per i più piccoli, può essere molto fastidioso ma una cosa sembra essere certa: la mascherina a scuola limita la diffusione del Sars-Cov-2. Ci sono infatti meno casi pediatrici di coronavirus e meno focolai scolastici dove è il dispositivo di protezione personale è obbligatorio. Tanto che le scuole senza obbligo hanno oltre 3 volte più probabilità di subire un focolaio rispetto alle altre. A dimostrarlo sono tre studi pubblicati dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti nella sezione “Morbidity and Mortality Weekly Report” del portale online.
La pandemia ha già messo a dura prova il nuovo anno scolastico negli USA, dove molte scuole stanno affrontando quarantene e carenze del personale. E più di 900.000 studenti in 44 stati sono stati interessati dalle chiusure della loro scuola tra il 1 agosto e la metà di settembre.
Il CDC ha esaminato i dati del 17% delle contee degli Stati Uniti e ha scoperto che, in media, i casi pediatrici sono aumentati dopo la riapertura delle scuole. Ma le contee senza requisiti di maschera hanno visto aumenti gli maggiori: circa 18 casi ogni 100.000 in più. Uno degli studi condotto su scuole dell’Arizona mostravano, inoltre, che vi erano 3,5 volte più probabilità di avere focolai di Covid-19 nelle scuole che non avevano l’obbligo della mascherina rispetto a dove richiesta. Dati che portato i Cdc a concludere che “i requisiti delle mascherine scolastiche, insieme ad altre strategie di prevenzione, inclusa la vaccinazione, sono fondamentali per ridurre la diffusione di Covid-19 nelle scuole”.
Intanto sulla durata delle quarantene e la loro applicazione non sembra esserci una indicazione univoca da parte delle autorità italiane. “Aspettiamo cosa dirà il Comitato tecnico scientifico, ma anche qui il buonsenso legato alla vaccinazione, e all’opera di screening nelle classi sotto i 12 anni anche con i test salivari, dovrà limitare le quarantene per le classi” ha detto oggi il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervenendo a 24 Mattino su Radio 24. “Molto dipenderà dal tipo di classe e da quella che è la possibilità di contatto: nelle classi più piccole è più facile che si verifichi un contatto e quindi è più difficile poter gestire delle quarantene ristrette. Mentre nelle classi in cui ci sono soggetti un po’ più grandi è chiaro che è tutto più semplice perché i contatti sono più limitati” ha concluso il sottosegretario.