Ritorna il voto numero alla scuola primaria. Una mossa, quella annunciata dal sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, che segna un passo indietro rispetto alla riforma introdotta nella scorsa legislatura, che aveva sostituito i voti numerici con un giudizio descrittivo per i bambini dai 6 ai 10 anni.
La decisione di reintrodurre i voti numerici mira a semplificare il sistema di valutazione, rendendolo più comprensibile per famiglie e insegnanti. In un’intervista all’Ansa, Frassinetti aveva affermato nelle settimane precedenti che il sistema introdotto sotto la ministra Lucia Azzolina, ha generato confusione, complicando il lavoro dei docenti. Secondo il sottosegretario i voti numerici e i giudizi tradizionali possiedono un valore formativo. “Riconoscere una preparazione insufficiente in un alunno non è sanzionare ma piuttosto incentivare a migliorare”.
Negris (Bicocca): “Valutazione descrittiva offre compresione più dettagliata”
Di parere diverso la prof.ssa Elisabetta Nigris, docente di Scienze della formazione primaria dell’Università di Milano Bicocca e coordinatrice dei presidente dei corso medesimo in Italia, che a Corriereuniv commenta: ” La valutazione descrittiva offre una comprensione più dettagliata e articolata delle competenze acquisite dai bambini. Questa forma di valutazione ha un valore formativo e non sanzionatorio, in contrasto con la visione del governo attuale”. Negris ha coordinato il gruppo di lavoro interministeriale che ha portato all’attuale sistema.
La ratio voluta dall’ex ministra Azzolina era stata quella di “passare a un sistema di valutazione che ha come prima funzione quella di accompagnare il percorso degli apprendimenti , identificando le potenzialità degli allievi, aiutandoli a capire come superare le lacune”. La sperimentazione, però, non ha dato i frutti sperati, sopratuttto nelle scuole di provincia dove i docenti sono stati restii ad introdurre una diversa valutazione.
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