Nella scuola italiana un voto troppo basso o una nota posso avere conseguenze come accoltellamenti o calci e schiaffi: è la fotografia scattata dalla Polizia italiana in un report: “All’interno delle scuole italiane ci sono stati 133 casi di aggressioni fisiche denunciati, con insengnanti andati in ospedale”. Di questi 70, poi, sono stati commessi da studenti, e l’altro numero, 63, da genitori. Un fenomeno, quello della violenza nelle scuole, che non sembra arrestarsi almeno secondo la cronaca delle ultime settimane e che mina il sistema educativo italiano.
Con il decreto Caivano, che ha inasprito le pene per chi aggredisce i lavoratori della scuola, qualcosa è mutato ma l’episodio di Castellammare di Stabia ci mette sull’allerta: a quanto pare non basta e la presenza delle forze dell’ordine fuori le scuole in alcune aree a rischio è chiesta da chi vive minacce e vassazioni ogni giorno. Una proposta da sempre divisiva, con sindacati che si oppongono a misure troppo repressive; mentre l’Associazione Nazionale dei Presidi si espresse a favore dopo ilcaso di febbraio scorso a Varese, quando una prof fu accoltellata da un alunno di 17 anni nell’atrio della scuola.
Il fenomeno delle aggressioni a livello nazionale
A metà ottobre un grave episodo nel milanese, ad Abbiategrasso, la stessa città dove fu accoltellata lo scorso anno la docente, un insegnante di Storia dell’Arte di 48 anniè stato aggredito fisicamente da uno dei suoi alunni, al punto da fratturagli il setto nasale. Il motivo? Spegnere la musica che aveva acceso dallo smartphone. “Siamo intervenuti con la riforma della condotta per ridare valore al comportamento degli studenti e ripristinare il principio della responsabilità individuale – ha promesso il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara -. Continueremo a lavorare con il massimo impegno per mettere in campo tutti gli strumenti necessari a prevenire e contrastare ogni forma di violenza, a tutela dell’incolumità e del benessere dei docenti e studenti”.
Pochi giorni fa a Pordenone, invece, uno studente ha sferrato una testata in pieno volto ad un compagno di classe, provocandogli la frattura del setto nasale. Scendo poco più in giù, a Bologna, un gruppo di sette liceali 15enni ha preso di mira un loro coetaneo pestandolo a sangue fuori scuola; a Pomezia, invece, una 12enne ha accoltellato pochi giorni fa un suo compagno di classe, accusandolo di aver fatto la spia all’insegnante per un presunto compito copiato. Mentre in Puglia qualche mese fa due presidi sono stati presi a botte dai genitori degli alunni.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv
Seguici su Facebook e Instagram