Il numero programmato potrebbe essere la panacea di tutti i mali. Un buon rimedio per contrastare il precariato e risolvere all’origine il problema. Almeno così la pesano i Giovani avvocati dell’Aiga – Associazione Italiana Giovani Avvocati – che hanno accolto a braccia aperte la proposta del ministro Gelmini di introdurre il numero programmato per l’accesso alle facoltà che formeranno i futuri insegnanti.
“Sembra dimostrare – sottolineano il presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (Aiga), Giuseppe Sileci, e il responsabile Scuole e Università, Domenico Barone – che la classe politica ha acquisito consapevolezza della necessità di contrastare sin dalla iscrizione alle singole facoltà il precariato intellettuale di migliaia di giovani laureati”.
“Peraltro, l’efficacia del numero programmato – osservano – è confermata dai dati relativi alla condizione dei laureati in medicina, che, secondo una recente indagine giornalistica, trovano lavoro molto più rapidamente da quando è stato introdotto il numero chiuso nelle facoltà di medicina e chirurgia ed è stato favorito il progressivo assorbimento di quel surplus di laureati che, negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, aveva cominciato a costituire un serio problema sociale”.
Secondo Aiga, la programmazione delle iscrizioni alle singole facoltà “è una scelta obbligata se si vogliono realmente correggere le anomalie di un sistema universitario che, laureando pochi ingegneri e troppi avvocati, non è in grado di soddisfare il fabbisogno del nostro Paese di professionalità tecnico scientifiche, ha fatto scivolare l’economia italiana nel baratro della decrescita e ogni anno consegna migliaia di laureati a sicura disoccupazione perché li dota di competenze che non hanno alcun appeal nel mercato del lavoro”.