Abilitazione docenti, la Cgil: “7500 euro per bypassare gli esami”

La denuncia del sindacato sulla compravendita di titoli di studio e crediti rilasciati dalle università online.

Stop alla compravendita di titoli di studio e crediti rilasciati dalle università online riguardo all’abilitazione per i docenti: è quanto chiede la Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL che prendendo spunto da alcune testimonianze rilasciate agli organi di stampa e ricevute dallo stesso sindacato denuncia “il mercato dei crediti e dei titoli di studio governato da alcune università, in particolare telematiche, e da associazioni formative farlocche, con grave responsabilità di ministeri dell’Istruzione e dell’Università che non hanno saputo, o voluto, garantire un sistema di formazione iniziale per i docenti che fosse efficace e di qualità”.

Secondo quanto denunciato dalla Cgil esisterebbe un mercato che garantirebbe certificazioni linguistiche o acquisizione all’estero di abilitazioni/specializzazioni alla modica cifra di 7.500 euro, bypassando selezioni in ingresso, tirocini, esami finali. “Non occorre nemmeno compilare le crocette di un questionario online, secondo quanto assicura l’operatore di una di queste università interpellata da un aspirante docente – continua il sindacato – Una situazione vergognosa che stiamo denunciando da tempo, segnalando ai due ministri la spudorata pubblicità di un’università telematica che garantisce percorsi abilitanti online da 30 CFU per la scuola secondaria con una durata di soli 17 giorni. Ad oggi, di questa segnalazione ai ministri Valditara e Bernini, non abbiamo avuto ancora alcun riscontro”.

Per questo la richiesta della Cgil è quella di creare un sistema trasparente che garantisca al sistema di formazione dei docenti la necessaria credibilità. “Riteniamo necessario porre fine a questa degenerazione sempre più ampia del sistema, che colpisce la credibilità e la qualità della formazione terziaria del nostro Paese, a discapito delle università e dei soggetti formativi che garantiscono percorsi seri. Naturalmente – sottolinea il sindacato di categoria – per farlo è essenziale anche che l’università ritorni a essere adeguatamente finanziata, che si rinnovi al più presto il Contratto nazionale e si investa sul diritto allo studio, aspetti che oggi ci vedono fanalino di coda nel contesto internazionale. Per questo intendiamo portare avanti con decisione la nostra azione per contrastare il malaffare e il mercato dei crediti e dei titoli di studio, continuando a denunciare l’assenza di controlli e anche richiedendo, là dove se ne ravvisassero le condizioni, l’intervento dell’autorità giudiziaria”.

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