A scuola si è rotto l’ascensore sociale. Divario Nord-Sud si è allargato maggiormente

La scuola non è più quell’ascensore social che è stato per un ventennio a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta, se non per alcune sempre più rare eccezioni. A dirlo è un il VII seminario Invalsi dal titolo “I dati Invalsi per la ricerca e la didattica”, concluso lo scorso 30 ottobre, dove i ricercatori Michele Cardone e Emiliano Campodifiori hanno indagato sulle caratteristiche degli studenti dell’ultimo anno della scuola superiore che, in base agli esiti degli ultimi test Invalsi, hanno raggiunto livelli tali da potere essere annoverati tra le eccellenze. Mettendo alla luce una serie di fattori abbastanza attesi e altri meno che però lasciano perplessi sul ruolo che svolge, o che riesce a svolgere, la scuola nell’aiutare le ragazze e i ragazzi meno fortunati a raggiungere i livelli più alti d’istruzione.

Sono tre le aree in cui i due studiosi hanno indagato: Lettura, Italiano e Inglese. Considerando come eccellenze gli studenti che nell’ultima rilevazione, quella del 2022, hanno raggiunto almeno il livello 4 in Italiano e in Matematica e il livello B2 in entrambe le prove di Inglese (reading e listening).

I livelli contemplati dall’Invalsi sono in tutto cinque. Il primo livello denota competenze paragonabili a quelle attese per i ragazzini della terza media. In altre parole, anche se col diploma della scuola superiore in mano, coloro che si piazzano al primo livello, si ritrovano indietro di un intero ciclo scolastico. Coloro che sono al livello tre rispettano le competenze del grado scolastico in cui si trovano e chi si trova al livello quattro o cinque emerge per conoscenze e competenze. Gli studenti che raggiungono il quarto livello in tutti e tre gli ambiti hanno una solida preparazione.  

Contesto di partenza

“Una nota nell’ultimo rapporto Invalsi – scrivono i due statistici – è stata posta sugli studenti cosiddetti eccellenti: una scuola inclusiva, infatti, non può prescindere dal considerare tutti gli aspetti di uno stesso fenomeno, sia “aiutare” gli studenti in difficoltà cercando di migliorarne le abilità, sia valorizzare gli studenti particolarmente bravi; solo in questo caso si può parlare di una scuola equa a 360 gradi. Il rischio, inoltre, di concentrarsi esclusivamente sugli studenti più “deboli” è quello di limitare lo sviluppo economico e sociale del Paese”.

Quali sono, si chiedono Cardone e Campodifiori, gli elementi che caratterizzano gli studenti eccellenti? Dai risultati della ricerca emerge che il contesto di partenza pesa ancora parecchio sui risultati finali acquisiti dagli studenti della scuola superiore. Anche se i libri e le tecnologie, se ben utilizzate, possono mettere in moto l’ascensore sociale.

A livello domestico possedere una libreria colma di testi fa la sua parte. Tra gli alunni che dichiarano di possedere pochi libri in casa la quota di eccellenti è pari al 2,3%. Mentre tra coloro che dichiarano di averne almeno 200 la percentuale sale di dodici volte, attestandosi al 28%.

Divario Nord-Sud si allarga

Anche se i risultati sono poco omogenei, la regione di provenienza è determinante. In Valle D’Aosta, Trento e Friuli quasi un quarto degli studenti è fra le eccellenze (il 25%) mentre in tutte le regioni del Sud tale quota è sotto il 10%. Anche il contesto di provenienza rappresenta un handicap di non poco conto per emergere: la quota di eccellenti con Escs alto (l’indice delle condizioni socio-economiche e culturali) è il quadruplo di quelli con Escs basso.

L’indirizzo frequentato e il voto al diploma di terza media completano il puzzle. Gli studenti al top dei licei sono il 21%, trenta volte di più rispetto allo 0,7% di quelli degli istituti professionali. Ma anche l’origine dell’alunno e la regolarità del percorso scolastico giocano un ruolo. Stesso discorso per il voto di diploma della terza media: 1% di eccellenti tra quelli che hanno avuto 6 come voto finale, 48% tra i compagni che hanno avuto 10 e lode. Mentre “tra le eccellenze – si legge nella ricerca – non ci sono grandi differenze in base al genere”. Studentesse mediamente più brave a scuola, ma a livello di eccellenze i maschi pareggiano il conto.

Tecnologia digitale favorisce eccellenza

“Per quanto riguarda il possesso di beni in casa – spiegano – è interessante rilevare che quelli più associati all’eccellenza sono ‘pc’ e ‘internet’ in primis, ‘scrivania’ a seguire. Molto più di ‘un posto tranquillo per studiare’ e soprattutto di ‘una camera tutta tua’ la quale presenza non ha nessuna influenza”.

I due studiosi hanno desunto le informazioni dal “questionario studente” e le hanno incrociate con i risultati dei quizzoni su Lettura, Matematica e Inglese. “Tra i nuovi item introdotti quest’anno – concludono i ricercatori – ‘software didattico’, ‘manuali tecnici’ e ‘opere d’arte’ sono poco associate, mentre il ‘dizionario’ e soprattutto ‘libri di letteratura classica’ lo sono in misura molto maggiore”.

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