Non si tratta di un volto nuovo della politica italiana: Maurizio Sacconi – classe 1950, veneto di Conegliano, laureato in Giurisprudenza, sposato e padre di un figlio – conosce molto bene il Parlamento e i delicati meccanismi che ne regolano il funzionamento. Il prossimo ministro del Welfare del governo Berlusconi ha una storia politica che viene da lontano.
Dal 1979 al 1994 è deputato per quattro legislature consecutive, militando nelle liste del Partito Socialista Italiano: svolge la sua attività parlamentare nella commissione industria e, successivamente, in quella bilancio (essendo per tre volte relatore della legge finanziaria).
Nel 1995 si prende una pausa dalla politica attiva, lavorando a Ginevra come funzionario delle Nazioni Unite presso l’agenzia specializzata ILO (International Labour Office). Nel 2001 aderisce al progetto di Forza Italia e torna in Parlamento, diventando sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Insieme al giuslavorista Marco Biagi è coautore del Libro Bianco sul mercato del lavoro e s’impegna nell’approvazione dei progetti di riforma che costituiscono l’ossatura della Legge 30.
Nel 2006 diventa senatore: a Palazzo Madama è capogruppo nella Commissione Lavoro e Previdenza Sociale. Seggio riconfermato alle recenti elezioni: nel quarto governo Berlusconi guiderà il dicastero occupato, nella passata legislatura, da Cesare Damiano. L’incarico di Sacconi, in realtà, è più ampio e comprende anche le funzioni del Ministero della Sanità (la cui delega, però, dovrebbe andare nelle prossime ore a Michela Vittoria Brambilla).
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