Parte l’anno scolastico che sarà ricordato per una stretta sull’uso dello smartphone in classe, in particolare per la scuola dell’infanzia (lo storico Asilo) e per il primo ciclo, ovvero elementari e medie. Un divieto – contenuto in una circolare del Ministero dell’Istruzione destinata ai dirigenti scolastici – anche per l’uso a fini didattici.
“Per me è giusto, però non come lo vorrebbero fare, cioè di vietarlo. Dovrebbe essere una cosa spontanea che venga dai ragazzi – afferma Valerio, studente del quinto anno dell’Istituto Tecnico Industriale ‘Galileo Galilei’ di Roma -. Lo usavo di più quando ero in prima. Ora ho capito che usandolo durante le lezioni tendi a rimanere indietro”.
“Dal momento che dopo i 18 anni la scuola non è più un obbligo, imporre ai maggiorenni questa cosa dato che non credo ci sia una distrazione della classe se io dovessi usare lo smartphone durante la lezione – è l’opinione di Carlo, studente del quarto anno -. Quando si è più piccoli credo che bisognerebbe più seguire visto l’obbligo scolastico, quindi non è del tutto negativo”.
I dati dell’uso dello smartphone tra i minori
In Italia il 78,3% dei bambini tra gli 11 ed i 13 anni usa internet quotidianamente e si abbassa sempre più l’età del possesso di un cellulare, ora tra i 6 ed i 10 anni. In particolare l’uso continuo dei cellulari fin dall’infanzia e nella preadolescenza, si ripercuote negativamente sul naturale sviluppo cognitivo, determinando perdita di capacità dialettica, ma pure di concentrazione e memoria che non viene esercitata. L’Italia, infatti, nonostante l’uso precoce, è quart’ultima in Europa sulle competenze digitali della generazione a cavallo dei 18 anni.
Il divieto di uso del cellulare a scuola vuole pure indirettamente fronteggiare un altro grave problema dell’infanzia di oggi, ovvero quel bullismo ed in particolare quel cyberbullismo dilagante, che utilizzando immagini spesso raccolte in ambito scolastico mirano, attraverso al tecnologia anche in anonimato, a perseguitare le vittime con messaggi, foto e video offensivi inviati tramite chat o sui social network.
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