È vicino il via libera definitivo alla sede dell’Università ONU a Bologna. Oggi il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha confermato che nei prossimi giorni ci sarà un incontro con i rappresentanti delle Nazioni Unite per formalizzare l’ok a un progetto che è in ballo ormai da quasi tre anni. “Avremo un incontro con la ministra Bernini e il ministro Tajani nei prossimi giorni per completare l’operazione” ha svelato il governatore emiliano – Ci hanno assegnato l’undicesima università dell’Onu nel mondo, la prima dell’area mediterranea: sarà collocata a fianco del Data center e del supercomputer con questo obiettivo: lo studio dei cambiamenti climatici e l’impatto sull’uomo, attraverso big data e intelligenza artificiale”.
La proposta da parte dell’Emilia-Romagna risale, insieme al ministero degli Affari Esteri, al dicembre 2020, e mirava proprio ad istituire al Tecnopolo di Bologna un nuovo istituto della United Nations University dedicato ai Big Data e Intelligenza Artificiale per la Gestione del Cambiamento dell’Habitat Umano – IBAHC.
Il nuovo istituto, che avrà come partner istituzionale l’Università di Bologna e opererà nel contesto accademico che comprende tutti gli Atenei con sede in Emilia-Romagna – l’Università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma, Cattolica di Piacenza e Politecnico di Milano, potrà anche contare sul sostegno del Centro per la Conservazione del Patrimonio Sostenibile (SHeC) dell’Università per Stranieri di Perugia e della Rete delle Cattedre Unesco del Mediterraneo.
Utilizzerà il supercalcolo, i Big data e l’Intelligenza Artificiale per studiare i cambiamenti dell’habitat umano indotti dal climate change, con un’attenzione specifica ai complessi problemi del Global South e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l’urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica.
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