Gervasoni: “Ho fatto critiche non insulti”. Ma la ministra adesso chiede provvedimenti

Il docente indagato con l’accusa di vilipendio contro il Capo dello Stato si difende: “Nessuna offesa, in un sistema liberaldemocratico si può criticare”

Il docente indagato con l’accusa di vilipendio contro il Capo dello Stato si difende: “Nessuna offesa, in un sistema liberaldemocratico si può criticare”

“Ho scritto che Sergio Mattarella è il secondo peggior presidente della Repubblica. Un giudizio duro che può essere contestato, ma non mi pare sia vilipendio”. Si difende così, sulle colonne de la Verità, Marco Gervasoni.

“CRITICHE, NON ISULTI”

Il 53enne professore di Storia contemporanea alla Università del Molise, finito tra gli undici indagati dalla Procura di Roma, accusato di aver offeso il Capo dello Stato non di istigazione a delinquere come nel caso di altri finiti nell’inchiesta romana. Per gli investigatori. “Se qualcuno ritiene che le critiche siano insulti, non dovrebbe funzionare così un sistema liberaldemocratico” ha detto ancora nell’intervista il professore.

Il SOCIAL RUSSO

I carabinieri del Ros sono andati nella sua abitazione per lavorare su pc e telefoni da dove avrebbe twittato le frasi offensive contro Mattarella che gli vengono contestate. Secondo gli inquirenti il docente si muove nell’ambito dell’estrema destra, anche frequentando il facebook russo, Vkontakte. “Mi ero iscritto per curiosità nel 2019, adesso non lo guardo più. E comunque è legale”.

IO STO CON ISRAELE

“Io sovranista? Mi definisco un conservatore, bisognerebbe capirsi sul significato di sovranista, e comunque non è illegale esserlo”. Dice di non avere “nulla a che fare” con gruppi o col pensiero suprematista e rifiuta l’etichetta di antisemita: “Io sto con Israele, l’ho scritto anche in uno degli ultimi post su Vkontakte”.

L’INTERVENTO DELL MINISTRA

In definitiva si ritiene “non colpevole dei reati per i quali sono indagato”. I suoi profili social sono visibili ma tecnicamente sotto sequestro. E se l’ateneo ha preso le distanze, la ministra Maria Cristina Messa si è detta “sicura” che assumerà anche provvedimenti e che “comunque li solleciterò a farlo”. Conferma il rettore Luca Brunese, dopo il colloquio con la titolare del dicastero, di aver “concordato che è un fatto molto grave. Aspettiamo l’andamento dell’inchiesta, ma siamo pronti a prendere le iniziative necessarie”

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