“Con una iniziativa specifica del ministero dell’Università, anche rispondendo ad un appello dei rettori di questi giorni, stanziamo subito 8,5 milioni per il contrasto alla violenza di genere – che verranno spesi nel rispetto dell’autonomia universitaria – con sportelli per supportare chi subisce le conseguenze di questo tipo di violenza”. Così la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini in conferenza stampa a Palazzo Chigi.“Le università devono essere luoghi di alta formazione dove tutti devono sentirsi sicuri. Ho sempre chiesto ai rettori di dedicare una particolare attenzione a questo tema. I rettori hanno prodotto un documento che a sua volta ha creato una proposta che ho portato al consiglio dei ministri”, che rispecchia una “preoccupazione verso qualsiasi forma di violenza”, ha proseguito la ministra Bernini, rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa.
Quelli assunti dagli atenei, in questi casi, “sono procedimenti e provvedimenti disciplinari – ha spiegato ancora Bernini -; noi abbiamo invitato i rettori ad indicare quali altri provvedimenti normativi suggeriscono. Non vogliamo e non possiamo prevaricare l’autonomia dei singoli atenei ma siamo assolutamente disponibili a finanziare e monitorare le loro iniziative e ad ascoltare da loro qualunque forma di proposta che possa aiutarci ad aiutarli”.
Gli abusi e le molestie nelle università italiane
La Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), un’associazione che riunisce 85 università italiane statali e private riconosciute dallo Stato, ha presentato i risultati di un’indagine sul numero di segnalazioni per abusi, molestie e violenze di genere nelle università italiane. Da marzo a novembre del 2024 la CRUI ha rilevato 243 segnalazioni: mediamente 30 al mese, cioè praticamente una al giorno. All’indagine hanno partecipato 80 delle 85 università italiane aderenti alla CRUI, che non include le 14 università telematiche riconosciute, quindi solo quelle che lavorano in presenza.
La CRUI ha inviato alle università un questionario telematico in cui chiedeva di inserire il numero di segnalazioni ricevute per molestie e abusi e la loro tipologia: quindi da chi erano state presentate, nei confronti di chi e attraverso quali canali (alcune università hanno centri antiviolenza, altre sportelli di ascolto, altre ancora servizi di consulenza psicologica). Il questionario includeva sia risposte multiple che spazi in cui inserire descrizioni. I dati sono aggiornati al 4 novembre del 2024.
Secondo i risultati dell’indagine il numero maggiore di segnalazioni (51) ha riguardato accuse di molestie sessuali. La maggior parte delle segnalazioni (77) sono arrivate da studenti, e le persone individuate come responsabili delle molestie e abusi segnalati sono sia docenti e ricercatori (55) che studenti (54). L’indagine della CRUI ha mappato anche gli strumenti di cui sono dotate le università per il contrasto alla violenza di genere: secondo i dati raccolti circa il 25 per cento delle università italiane, tra quelle che hanno partecipato all’indagine, si è dotato di un centro antiviolenza. Sono tutte università pubbliche.
I centri antiviolenza sono soprattutto nelle università del Centro: il 55,6 per cento contro il 22,2 per cento sia nel Nord che nel Sud. Per il resto, la maggior parte delle rilevazioni e segnalazioni è gestita da sportelli di ascolto che si occupano anche di altro (il 65,4 per cento degli atenei partecipanti) e da servizi generici di counselling (l’80,3 per cento del totale.
Le segnalazioni
Tra questi servizi più generici rientra anche la figura del consigliere o consigliera di fiducia, che serve a raccogliere e gestire le segnalazioni fatte dal personale riguardo a molestie o mobbing. Altre segnalazioni riguardano accuse di molestie psicologiche (43), stalking (32), “cyber-molestie”, cioè abusi facilitati dalla tecnologia o portati avanti per via informatica (27), altri tipi di molestie fisiche (25) e mobbing (19).
Al questionario al centro dell’indagine hanno risposto 64 atenei statali e 16 privati: la maggior parte degli atenei partecipanti (33) sono al Nord, seguiti dal Sud (25) e dal Centro (20). Le segnalazioni sono state fatte soprattutto nelle università del Nord e del Centro. Il Sud risulta invece essere la parte d’Italia nelle cui università si denunciano meno episodi di molestie e abusi: il 60 per cento delle università del Sud ha detto di non aver mai ricevuto una segnalazione.
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