Niente didattica in presenza per i figli dei key workers

Resta invece confermata la possibilità di svolgere attività in presenza per i ragazzi con bisogni educativi speciali e con disabilità
Small children with face mask back at school after covid-19 quarantine and lockdown, writing.

Non ci sarà didattica in presenza garantita per i figli dei lavoratori “essenziali” come il personale medico. Una doccia fredda la nota che il Ministero ha inviato alle scuole alle 19 di domenica 7 marzo per tutte quelle famiglie che oggi si apprestavano a riportare gli alunni in classe

Ma non è del tutto una sorpresa: era impossibile identificare con chiarezza quali fossero le figure che potessero essere definite “essenziali”. Così, in mancanza di chiarezza da parte del Ministero, ogni dirigente scolastico durante il week end aveva stabilito dei criteri propri, con il rischio di generare disparità di trattamento tra una scuola e l’altra.

Alcuni avevano deciso che a rientrare in presenza fossero solo i figli dei sanitari direttamente impegnati nel contenimento della pandemia; altri invece avevano esteso la misura anche ai figli del personale impiegato nella grande distribuzione (supermercati) nei trasporti, nella banche, nelle poste. Diverse le richieste di chiarimenti al Ministero da parte di dirigenti e Anci.

Funzionari del Ministero dell’Istruzione spiegano che “sulla possibilità per i figli dei cosiddetti key workers, i lavoratori ‘essenziali’, di frequentare in presenza si rendono necessari ulteriori approfondimenti”. Quando arriveranno questi chiarimenti? Il Ministero preferisce non sbilanciarsi.

Tuttavia, gli sforzi dei dirigenti scolastici di fare chiarezza, e rispondere ai numerosi dubbi proveniente dalle famiglie, sono stati vanificati dalla nota inviata dal Miur proprio domenica, appena 72 ore dopo che lo stesso Ministero avesse scritto, nella nota del 4 marzo che andava “garantita anche la frequenza scolastica in presenza degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione”.

Resta invece confermata la possibilità di svolgere attività in presenza per i ragazzi con bisogni educativi speciali e con disabilità, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. Ma a questo punto si riapre comunque con forza anche un’altra questione: garantire l’inclusione ed evitare che questi gruppetti di pochi alunni tutti e solo con una certificazione diventino dei ghetti.

Marco Vesperini

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https://corriereuniv.it/2021/03/didattica-a-distanza/
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