Next Generation Eu, Draghi: un euro sprecato è un torto ai nostri giovani

Stamattina, Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei ministri, si è presentato puntuale in Senato per il discorso di insediamento del suo governo e su cui otterrà stasera un’ampia maggioranza alla richiesta di fiducia.

Nella lettura del suo intervento durato cinquantuno minuti, Draghi ha più volte sottolineato che tutti gli sforzi che occorrerà fare insieme, andranno nella direzione della lotta alla pandemia e alla ripresa economica che “ha penalizzato soprattutto giovani e donne”.

Sono proprio i giovani e la parità di genere le principali preoccupazioni espresse dal premier nei diversi passaggi del suo discorso, in particolare si è soffermato sul bisogno di guardare alle future generazioni con generosità e senza egoismi, per cercare di creare per loro le migliori condizioni per un futuro più sereno e sostenibile: “Lavoreremo al next generation eu grazie al quale avremo a disposizione 210 miliardi di euro in sei anni” e ancora sui giovani: “dobbiamo chiederci quando costringiamo i nostri giovani ad emigrare se stiamo facendo il massimo per loro, ogni spreco è un torto alle future generazioni”.

Anche sulla scuola il premier è convinto di dover intervenire su più livelli, per recuperare da un lato il tempo perduto e, dall’altro, dare una scossa ad un sistema formativo che va ridisegnato, rimesso a nuovo: “i ragazzi delle scuole pur avendo svolto la didattica a distanza stanno subendo disagi e disuguaglianze cui bisogna porre rimedio” e ancora, “dobbiamo fare il possibile per recuperare il tempo perduto, integrare gli insegnamenti e investire per la formazione dei docenti”. A tal proposito Draghi ha annunciato un miliardo di euro nel recovery fund da destinare agli istituti tecnici, sottolineandone la centralità e l’utilità negli altri paesi europei.

Insomma, si prospetta una migliore prefigurazione del PNRR (piano nazionale rilancio e resilienza) a favore dei giovani e delle risorse utili ad accompagnare il loro percorso di formazione e di carriera. Così come i fondi per le politiche attive del lavoro, che hanno potenzialità enormi non ancora espresse, e che prevedono fra l’altro una ristrutturazione dei centri per l’impiego.

Si profila così uno stanziamento più sostanzioso per i giovani (si parla di circa 20 miliardi, ndr) ma quel che è certo è che si guarderà molto ai pilastri del programma: l’innovazione, la digitalizzazione, la crescita sostenibile, la ricerca, la parità di genere ed un nuovo welfare, con un’attenzione dichiarata al Mezzogiorno con accento sull’occupazione femminile.

Il next generation eu è la grande occasione che non possiamo mancare, ne va dello sviluppo e del benessere del Paese per i prossimi decenni, dobbiamo impegnarci tutti perché come ha detto Draghi: “serve unità, lavorare insieme senza pregiudizi, senza rivalità, prima di ogni differenza viene il dovere di cittadinanza, questo è lo spirito del mio governo”.

Mariano Berriola

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