Dpcm di Natale, scuole riaperte a metà dal 7 gennaio: feste entro i confini comunali

Dpcm di Natale, scuole riaperte a metà dal 7 gennaio: Natale entro i confini comunali

A Natale con i tuoi, questa volta per forza. Il Governo sceglie la linea “dura” e blocca gli spostamenti tra le Regioni e divieto di raggiungere le seconde case per le festività di fine anno. Il 25, 26 e 31 dicembre vietati anche gli spostamenti fuori dal proprio comune di residenza. Mentre a scuola si tornerà dopo dopo la befana ma dimezzati.

Il decreto legge Covid, già firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conferma la stretta del governo sulle festività, per fare scudo a una possibile terza ondata. Mentre in Consiglio dei ministri, dopo una animata discussione, si decide di confermare, con il prossimo Dpcm lo stop alle lezioni in presenza alle superiori fino al 7 gennaio, quando stando all’ultima bozza dovrebbero tornare in classe almeno il 50% degli studenti. Non passa quindi la linea della ministra dell’Istruzione Azzolina che voleva il rientro scolastico anticipato già a metà dicembre. Nello stesso giorno, dovrebbero riaprire gli impianti di sci. Ma è sugli spostamenti a Natale, Santo Stefano e Capodanno che le forze di maggioranza hanno avuto il confronto più acceso e si preannuncia già rovente il faccia a faccia con le Regioni prima della firma del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, attesa in giornata. Pd, M5s e Leu tengono la linea dura, ma i governatori avvisano che sarà battaglia.

Regioni contro il testo blindato

“Si prevede una mattinata davvero difficile”, avvisa il ligure Giovanni Toti, anche vice-presidente della Conferenza delle Regioni. E critiche arrivano anche da Attilio Fontana e Michele Emiliano. “Ci mandano il testo del decreto alla sera tardi, sanno che il confronto tra le Regioni è fissato per le 10 del mattino e ci chiedono di dare risposta entro le 11?”, affonda il presidente della Regione Lombardia. Definendo “surreale” il divieto di spostamento tra Comuni, il governatore pugliese sottolinea che “il governo come è giusto che sia, fa a modo suo però le Regioni, ovviamente, hanno esigenze diverse” e “ci sono ci sono mille questioni che rischiano di essere sacrificate, anche ingiustamente e moltissimi sono i rischi di fare cose sbagliate proprio durante fase più delicata dell’anno sia per l’economia che per i rapporti personali”. Le osservazioni delle Regioni arriveranno entro le 12, poi il confronto con il governo è previsto alle 14.30, per una seduta che era già in calendario su provvedimenti ordinari.

Deroghe e spostamenti

È proprio sull’interpretazione di queste eccezioni – in particolare le “situazioni di necessità” – che si dibatterà ancora nelle prossime ore con le Regioni. E anche su misure di dettaglio come quella di far chiudere i ristoranti degli alberghi la notte del 31 dicembre o sulle deroghe alla quarantena per chi rientri dall’estero, su cui si è dibattuto a lungo in Consiglio dei ministri. Così come si è parlato della possibilità di impugnare la legge della Valle D’Aosta che è in contrasto con il Dpcm sulle norme anti contagio. Una possibilità molto concreta anche se la decisione non è stata formalizzata.

Il nodo degli spostamenti tra i Comuni nei giorni principali delle festività – Natale, Santo Stefano e Capodanno – resta il più spinoso, quello su cui, il confronto pesante a Palazzo Chigi tra le varie anime della maggioranza verrà replicato nel faccia a faccia con le Regioni, chiamate ad esprimere un giudizio sulle misure del governo. E in serata prima Emiliano e poi Toti hanno aperto il fronte critico sulla scelta di “chiudere” i Comuni: “Non c’è buonsenso ma non senso – attacca il presidente ligure – Se vostra mamma vive sola a Laigueglia ma voi abitate ad Alassio, scordatevi di trascorrere il pranzo di Natale con lei”.

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