George Floyd, università americane rivedono i rapporti con la polizia. Alla New York University si dimette il presidente degli studenti

L’America non respira. “I can’t breathe” sono state le ultime parole che George Floyd, 46enne afroamericano, ha rivolto al poliziotto che lo scorso 25 maggio lo ha ucciso soffocandolo, premendo il ginocchio sul collo per 8 minuti e 46 secondi. I cant’ breathe è diventato il motto delle manifestazioni e rivolte che stanno sconquassando gli Stati Uniti in queste settimane di fine lockdown per covid-19; contro il razzismo e la violenza che spesso la polizia, a maggioranza bianca, perpetra sulle minoranze, prima fra tutti quella afroamericana.

. (Photo by Drew Angerer/Getty Images)

Lo scontro tra i manifestanti, spesso pacifici, e la polizia ha portato il presidente Donald Trump ad imporre il coprifuoco in 40 città del Paese. Mentre il bilancio delle vittime uccise durante le proteste è salito a 3, due in Iowa e una in Kentucky. Questo weekend ha fatto scalpore un video dove Martin Cugino, americano di origini italiane, viene scaraventato a terra dagli agenti antisommossa di Buffalo durante una manifestazione. L’uomo, ricoverato in gravi condizioni, è un noto attivista dei diritti umani. I due agenti coinvolti sono stati sospesi senza stipendio per l’accaduto e per aver mentito nel rapporto, sostenendo che il manifestante avrebbe litigato con un’altra persona.

Ai manifestanti è arrivata anche la solidarietà degli studenti, non solo quelli afroamericani. A Minneapolis, dove è morto Floyd, l‘Università del Minnesota ha rotto i rapporti con il dipartimento di polizia locale per quanto riguarda la sicurezza nei grandi eventi dell’ateneo e i servizi specializzati come il rilevamento di esplosivi su segnalazione. A Cleveland i presidenti dei gruppi governativi studenteschi della Ohio State University hanno chiesto in una lettera di tagliare i legami con il Dipartimento di Polizia di Columbus, affermando che la polizia ha intrapreso “azioni violente e ingiustificabili” contro i manifestanti. Lo stesso hanno fatto gli studenti dell’Università dell’Illinois.

La polizia di Columbus a cavallo percorre Broad Street vicino alla Ohio Statehouse mentre i manifestanti manifestano di fronte a loro (Jeremy Pelzer, cleveland.com)

Raj Kittusamy, presidente dell’assemblea governativa degli studenti della New York University, ha rassegnato le dimissioni a seguito delle critiche a una dichiarazione che sembra chiedere all’Università di aumentare i legami con il dipartimento di polizia di New York a seguito dell’aumento della brutalità della polizia a livello nazionale.  “La New York University aumenterà il suo programma di collegamento in materia di sicurezza pubblica esistente tra i membri della pubblica sicurezza della NYU e il NYPD (Il dipartimento di polizia Ndr.) “, ha dichiarato inizialmente il rappresentate con una comunicazione volta agli studenti. “È la raccomandazione del Comitato esecutivo dell’Assemblea governativa degli studenti di garantire una maggiore presenza degli studenti nel programma di collegamento, poiché questo programma consente a NYPD di acquisire familiarità con le linee guida del campus e della comunità”. 

Immediate le proteste degli studenti via social network che hanno fatto fare dietrofront a Kittusamy che qualche ora dopo scriveva su twitter: ” Questo programma è qualcosa che la SGA (Student Government Assembly Ndr.) non approva affatto e continuerà a contrastare attivamente. Tuttavia, se tale programma dovesse continuare, il comitato esecutivo chiederà ai dirigenti universitari di includere una significativa presenza studentesca nel programma di collegamento per garantire che le preoccupazioni per la sicurezza e il benessere della nostra comunità nera”.

Secondo Matthew Fischetti, news editor del Washington Square News, nella famosa università newyorkese non esiste nessun programma di questo tipo: “La NYU Public Safety si affida anche al NYPD per affrontare atti criminali all’interno del campus in quanto il servizio di sicurezza è privo della capacità di effettuare arresti, a differenza di come avveniva nell’Università del Minnesota fino a pochi giorni fa e molte altre università in tutto il paese”. Secondo un rapporto del 2011-2012 del Bureau of Justice Statistics, il 68% delle università quadriennali con oltre 2.500 studenti ha dipartimenti di polizia del campus che sono delegati dalle forze dell’ordine locali e statali e detengono poteri di arresto. Il rapporto ha anche messo in evidenza che il 63% delle università ha armato la polizia del campus.

Sono 9.600 le persone hanno firmato una petizione su Change.org avviata dalla ex alunna della New York Rebecca Kligerman, invitando allo stesso modo l’università a tagliare i legami con il NYPD.  “Le dimissioni di Kittusamy – afferma Fischetti -, accusato nei giorni precedenti da altri rappresentanti studenteschi di non aver mai solidarizzato con i manifestanti per la morte di Floyd, sono l’esempio delle scontro di idee che sta avvenendo anche nelle università americane che non si vedeva forse dai tempi della guerra in Iraq”.

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