Verso la Maturità, la professoressa del Sacro Cuore di Napoli : "Quest'anno saremo tutti sotto esame "

La Maturità 2020 non sarà come le altre. L’emergenza coronavirus ha costretto il governo a rinunciare allo svolgimento dei due scritti: tema e prova di indirizzo.

La Maturità 2020 non sarà come le altre. L’emergenza coronavirus ha costretto il governo a rinunciare allo svolgimento dei due scritti: tema e prova di indirizzo.

Per questo l’unica prova rimasta quest’anno, cioè il colloquio, sarà diversa dal solito e partirà, invece che dai materiali predisposti dai commissari, dall’esposizione di un elaborato concordato preventivamente dallo studente con il docente della sua materia di indirizzo. Una specie di «tesina» che cambierà in base alla tipologia di indirizzo di studi del ragazzo.

Il colloquio – che peserà nella valutazione finale di ogni studente fino a 40 punti su 100 – verrà valutato dalla commissione d’esame sulla base di una serie di criteri indicati dal Ministero.

“Quest’anno saremo tutti sotto esame ma sarà bello poter rivedere i nostri studenti – afferma Emilia Notaro, docente di Italiano al liceo classico dell’Istituto Sacro Cuore di Napoli – e non ci sarebbe piaciuto guardarli attraverso uno schermo”. Ieri il niet del ministro della Salute Roberto Speranza alla proposta della vice ministra all’Istruzione Ascani sull’apertura per l’ultimo giorno di scuola. “Certo, a settembre speriamo di poter riprendere le lezioni in presenza – gli studenti dell’istituto napoletano hanno avuto a che fare con Zoom e Webex come molti – la didattica a distanza ci ha permesso di andare avanti, un’esperienza positiva in emergenza. Ma preferisco assolutamente la presenza perché l’insegnamento si fa guardandosi negli occhi”.

Le lunghe settimane di didattica a distanza, usata a tempo pieno per la prima volta, ha messo a dura prova studenti e insegnanti. “Benché i nostri ragazzi fossero già premuniti di ipad e piattaforme dedicate abbiamo dovuti sollecitarli. La comunicazione e la solidarietà tra gli insegnanti sono stati fattori determinanti”. Non solo lezioni: conferenze, incontri con artisti, orientamento, l’istituto è riuscito a portare il programma – non solo didattico – direttamente a casa degli studenti.

Ma in emergenza non tutto è possibile: “Gli scritti sono diventati elaborazioni consegnate ma non abbiamo potuto attuare valutazioni numeriche. Da un certo punto di vista ciò è controproducente, soprattutto per gli studenti dell’ultimo anno che devono avere chiari i propri obiettivi“.

“Gli studenti si sentono un po’ sospesi. Ci avevano chiesto già ad aprile le modalità di esame ma non sapevamo bene come rispondere perché le notizie erano molto confuse e contraddittorie – racconta la docente – Soprattutto le dichiarazioni lanciate nell’etere e poi successivamente smentite nei giorni in cui ancora non vi era nulla di definitivo. I ragazzi oggi si informano di più delle generazioni precedenti e questo dovrebbe far riflettere la politica“.

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