Il Rettore della Sapienza di Roma Eugenio Gaudio non ha dubbi: “Il numero programmato e’ una scelta necessaria per medicina”, dichiara rispodendo alle domande dei giornalisti in occasione del test nazionale di medicina. Al test sono iscritti 66907 studenti che svolgeranno il test oggi alle 11 in varie città d’Italia, i posti disponibili per accedere alle facoltà di medicinia sono 9100 8 più 908 posti per odontoiatria). “Formare un medico oggi – prosegue – vuol dire anche dargli la possibilità di andare in corsia, di studiare sul paziente e di andare in laboratori scientifici aggiornati in cui formarsi. Questo ovviamente non è possibile per un numero infinito di persone. Il diritto allo studio non è solamente possibilità di iscriversi, ma è diritto anche a frequentare”.
“Oggi il numero programmato deriva dalle possibilità che hanno le Università di accogliere e di formare seriamente gli studenti di Medicina – sottolinea Gaudio – Io ho studiato quando il numero era aperto, e la gran parte dei miei colleghi non seguiva le lezioni, non poteva entrare in corsia. Non credo che questo sia un buon metodo per formare i medici del futuro. Nessuno di noi vorrebbe essere visitato da un medico che si è laureato senza essere andato in corsia e aver frequentato le lezioni”. E dal punto di vista delle esigenze del sistema sanitario? “Il numero programmato deriva da un confronto tra i ministeri dell’Università, che ha i numeri della disponibilità dei vari atenei, e della Salute, che ha i numeri forniti dalle Regioni in base al fabbisogno del sistema sanitario. Quindi – osserva il rettore – il numero programmato deriva mettendo insieme e confrontando la disponibilità formativa dell’Università con le esigenze del Ssn. A mio avviso è un numero sufficiente”.
Infine, Gaudio si auspica tempi brevi per il decreto sulle Scuole di specializzazione: “Si sta ritardando molto. I nostri laureati hanno il diritto di poter accedere alle Scuole di specializzazione e di non perdere un anno. Mi auguro che al più presto possa essere emanato il bando, che le scuole vengano accreditate e si faccia un passo avanti anche nella qualità della formazione specialistica”, conclude.
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