Sciopero presidi contro “Buona Scuola”, parla il dirigente Giuseppe Di Vico dell'Udir

Continuano i sit-in dei dirigenti scolastici contro la “Buona Scuola”, tra le sigle sindacali c’è anche il neo costituito sindacato Udir – fortemente voluto da Marcello Pacifico già presidente dell’Anief – che comprende dirigenti scolastici, ricercatori e docenti. “Noi dirigenti scolastici rappresentiamo il Ministero in uno dei mondi più difficili oggi, quello della scuola – racconta – com’è possibile accanirsi fino a questo punto sull’istruzione?”. Se lo domanda Giuseppe Di Vico, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Marino Centro, in provincia di Roma. “Io ho la responsabilità di 1500 studente, 180 professori in varie scuole – afferma –  lavoro 14-15 ore al giorno percependo uno stipendio di 2300 euro al mese che con questa riforma mi verranno ulteriormente decurtati occulte”. Non ci sta il giovane preside, entrato in ruolo nel 2013 come tutte quelle “nuove” leve a cui è stata tolta l’indennità di anzianità, a differenza dei colleghi dirigenti degli enti locali. “Senza contare poi – continua – che degli 8000 euro annui delle reggenze, 350 auro netti al mese, in parte vengono prelevati da un nostro fondo regionale: questo di fatto porta a sperequazione anche tra le regioni”.
“Vogliamo scuole sicure – incalza – tutti sanno che quasi la totalità delle scuole italiane non sono a norma, o ci danno il potere di spesa o il Governo dovrebbe ragione come il buon padre di famiglia e non scaricare tutta la responsabilità su noi dirigenti scolastici, togliendoci lo stipendio per giunta benché abbiamo le stesse competenze dei dirigenti di un ufficio ministeriale o regionale, ma con dieci volte il personale!”. Riguardo le perequazioni, poi, il rappresentante del giovane sindacato ricorda i migliaia di ricordi vinti, “dimostrazione del fatto che anche eticamente, non solo nella logica, questa parte della riforma è sbagliata”. E conclude: “Noi vogliamo essere equiparati almeno come stipendi ai nostri colleghi di fascia e non lo dico solo per noi ma anche perché si sta facendo un vero e proprio danno alla scuola e all’istruzione tutta”.  
“Buona Scuola”, presidi scendono in piazza contro responsabilità penale e tagli

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