Ricerca, scomparsi 415 milioni destinati all'Istituto italiano di tecnologica

Apparentemente volatilizzato nel nulla il “tesoretto” dell’IiT che avrebbe dovuto finanziare la ricerca, 415 milioni di euro giacenti, teoricamente, in un conto corrente di Bankitalia. I soldi sembra siano stati spesi per altro, ma l’eventuale destinazione sembra sconosciuta. Questo quanto emerso nella giornata di ieri quando in Commissione bilancio è stato definitivamente ritirato – sembra su pressione del Governo – un emendamento all’ultima manovra a firma Daniel Alfreider di svp sulla possibilità di destinare quei fondi alla ricerca.  Tali risorse, congelate da anni nel conto della Banca d’Italia, erano state risparmiate negli anni in cui l’Istituto ligure aveva costi di gestione minori rispetto i fondi erogati dallo Stato.
“Per quanto ci riguarda quei soldi sono in Banca d’Italia” – confermano dall’IiT al quotidiano Repubblica. L’emendamento in questione aveva riscosso ampi consensi, perfino la ministra Valeria Fedeli si era espressa in modo favorevole, precisando che però sarebbe stato meglio presentare un progetto più articolato che un mero trasferimento da due conti. Alcuni imputano lo stop a chi vuole salvaguardare il capitale dell’IiT nella maggioranza dem, oggetto di uno scontro tra la biologa e senatrice Elena Cattaneo, impegnata in prima linea nella battaglia, contro gli amministratori liguri come il sindaco di Genova Marco Doria e il governatore Giovanni Toti che temono un ridimensionamento dell’eccellenza territoriale.
Ma sembra spuntare un’altra ipotesi, proprio per bocca della Cattaneo che al quotidiano di Mario Calabresi ha dichiarato: “Ambienti della maggioranza hanno detto, lasciandomi sconcertata, che quei fondi non ci sono più perché già usati dallo Stato. Se così fosse – afferma la senatrice – sarebbe molto grave perché erano stati destinati alla ricerca”. Eppure a fine 2016 era stata la Corte dei Conti a certificare che quei 415 milioni erano ancora sul conto di Bankitalia. Interrogato sulla vicenda il Ministero dell’Economia si è impegnato ad approfondire la vicenda. La caccia al “tesoretto” è aperta. 

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