Pomezia: nelle scuole pubbliche menù a 5 Stelle, ma solo per chi può permetterselo

pomezia menù

Servizio a 5 Stelle, ma solo per chi può permetterselo – Sta facendo molto discutere l’iniziativa del sindaco di Pomezia, il grillino Fabio Fucci, di mettere a bando il servizio gastronomico per i bambini dai 3 ai 10 anni delle scuole pubbliche della sua città fornendo due diversi menù, uno senza dolce (al prezzo di 4 euro), l’altro con dessert (a 4, 40 euro), da scegliere a seconda del reddito.

All’attacco sono andati immediatamente i rappresentanti di Partito Democratico e Sel: “E’ inaccettabile la scelta operata dalla giunta grillina di Pomezia di utilizzare due menu nelle mense scolastiche a seconda della possibilità di pagamento dei genitori dei bambini. In sostanza a chi paga di più viene fornito un pasto completo! E questo in una scuola pubblica – scrivono in una nota congiunta la vice presidente del Senato Valeria Fedeli (Pd) e il collega di gruppo Raffaele Ranucci – Una cultura discriminatoria quella portata avanti dal Movimento 5 stelle che, nascondendosi dietro al cosiddetto governo partecipato, arriva al punto di far subire a dei bambini nell’età più delicata l’esperienza più terribile: la diseguaglianza sociale”.

“Nello specifico – continuano i due senatori del Pd nella l0ro nota – si tratta di un appalto che durerà tre anni e fornirà oltre 400 mila pasti l’anno, che contempla un menu completo e uno ridotto con due costi diversi per le famiglie differenziandosi per la presenza o assenza della portata del dolce. Una scelta, vogliamo ricordare, che colpisce bambini sia della scuola primaria che dell’infanzia e che non fa in alcun modo riferimento a convinzioni alimentari (ad esempio per vegetariani, vegani) ma solo ed esclusivamente a parametri economici”.

Dall’amministrazione comunale hanno cercato di spiegare l’iniziativa come semplice risposta ai suggerimenti arrivati dalle stesse famiglie, evidentemente senza immaginare il polverone di polemiche che avrebbe sicuramente alzato.

“Nella scuola pubblica non si possono e non si devono creare differenze tra i bambini sulla base delle capacità economiche delle loro famiglie – ha dichiarato Walter Bianco, esponente di Sinistra Ecologia e Libertà – Farlo vuol dire creare, sin dall’età infantile, una discriminazione intollerabile. Sinistra Ecologia Libertà contrasterà in tutti i modi possibili questa decisione e chiede da subito che l’Amministrazione comunale torni sui suoi passi”.

Duro anche il commento del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Faccio un appello contro quell’ignobile scelta del Comune di Pomezia che nega il dolce ai bambini più poveri. E’ una vergogna: il bambino con il papà che può permettersi una certa retta avrà il pasto completo con il dolce, l’altro avrà il vassoio senza il dolce. Ma io mi domando: dove andremo a finire?”.

Di parere più mite, invece, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “Non conosco bene il caso, ma io sono per l’autonomia scolastica – spiega a Radio Capital – non mi sembra una situazione di discriminazione”.

Una dichiarazione, quella del ministro Giannini, che ha scatenato l’indignata reazione del segretario FLC CGIL, Mimmo Pantaleo: “Lascia sbigottiti il commento della Ministra Giannini che in merito ai menù differenziati nelle scuole primarie di Pomezia, afferma che “è per autonomia scolastica e comunque non sembra una discriminazione per i bambini – ha scritto in una nota Pantaleo – Vogliamo sottolineare che in questo caso l’autonomia scolastica non c’entra nulla e che la mensa scolastica non è un ristorante dove si sceglie à la carte, ma, al contrario, rappresenta un importante momento educativo. Se la Ministra dell’Istruzione non ha chiaro tutto ciò, c’è davvero di che preoccuparsi. Riteniamo indegna l’iniziativa dell’amministrazione comunale di Pomezia, che in una fase difficoltà economica delle famiglie, decide addirittura di sancire le differenze e soprattutto decide di scaricarle sui bambini. Tutto questo rappresenta, a nostro parere, una chiara e netta  discriminazione.

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