LO STUDIO – Finanziamenti all’Università, è guerra tra rettori: “I migliori Atenei prendono meno. Bisogna ripensare i criteri”

finanziamenti all'Università

“Il problema vero è che manca al Paese la capacità di programmazione a medio e lungo termine”. Ha le idee chiare Nicola Sartor, rettore dell’Università di Verona, che commenta con amarezza i dati dei finanziamenti agli Atenei resi pubblici dal MIUR.

Il discorso è semplice: le Università che hanno ottenuto i migliori posti nella speciale classifica dell’ANVUR sono finite alle ultime posizioni per quanto riguarda l’erogazione di fondi pubblici.

Essere bravi, quindi, non basta più, e i rettori protestano. A essere preso di mira è il criterio con cui vengono decisi i fondi: dal luglio scorso ad oggi, ad esempio, i tre maggiori Atenei veneti sono passati dalle primissime posizioni alla parte bassa della classifica.

Un esempio? Verona, da terza nell’ANVUR a trentaseiesima per fondi, con un taglio di oltre 2 milioni di euro sul bilancio rispetto al 2012. Venezia, quinta per didattica e ricerca, quarantaquattresima per fondi, con un taglio di 3,2 milioni di euro. Senza parlare di Padova, al primo posto nella classifica del merito, che subisce un taglio di ben 8,7 milioni di euro, ricevendo – solo per fare un esempio – meno finanziamenti dell’Università di Lecce e dell’Orientale di Napoli.

“Il problema è oramai noto: il modello distributivo dei fondi per la ricerca universitaria in Italia è un retaggio del passato, ed è legato in parte ancora alla spesa storica degli Atenei – racconta Giuseppe Zaccaria, rettore di Padova. Ora serve una scelta forte e coraggiosa: sono settimane cruciali, potrebbe essere l’ultima occasione per riportare il merito al centro del discorso pubblico”.

Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha fissato al 31 marzo il termine ultimo per la definizione dei nuovi modelli di distribuzione delle risorse. Ma a muoversi è anche Confindustria: “Proporremo a breve al ministro Maria Chiara Carrozza un nuovo sistema di ranking, che valorizzi i risultati ottenuti dagli Atenei” – conferma Gianluca Vigne, delegato di Confindustria. “Stiamo studiando un progetto condiviso con la CRUI per evitare problemi di questo tipo nelle graduatorie” – continua.

Ma il malumore resta forte. “A che serve impegnarsi a fare bene ed essere ai primi posti tra gli indici di qualità se poi la ricompensa è una penalizzazione?” – commenta Carlo Carraro, rettore della Ca’ Foscari di Venezia. “Il nostro Ateneo è quinto per la valutazione del merito, ma subisce un taglio al finanziamento statale simile a quello dell’ultimo in classifica”. Insomma, un sistema, quello della distribuzione dei fondi alle Università, che accontenta pochi, deludendo molti. Urge un ripensamento.

RN

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