Appartamenti di genere

Silenzioso, pulito, non fumatore e senza animali. Chi è lo studente/essa più ricercato dagli inserzionisti della carta e del web? Come sono cambiati i gusti e le ricerche delle persone?Abbiamo provato a scoprilo attraverso gli annunci “cerco e offro casa”. Vere e proprie miniere le moderne inserzioni aprono le porte agli appartamenti misti e alle case gay friendly. Siamo andati a vedere cosa si nasconde nel back stage di alcune di queste e ci siamo imbattuti quasi per caso nelle loro stranezze e innovazioni. Segnali di un tempo che sta cambiando

Prendiamo uno studente al terzo anno che cerca casa. La trafila è di solito la seguente. Si dirige in edicola, compra un giornale di annunci, si arma di evidenziatore e non dimentica la ricarica telefonica. Raccoglie le idee e inizia la lettura. Pensa di sapere già quello che andrà a selezionare, ma a destrutturare il suo pensiero sono in agguato una miriade di annunci, dal più tradizionale a quello anti conformista. A volte è una parola, una frase che lo porta a soffermarsi su una inserzione e in questi casi la curiosità supera l’interesse reale. A fargli alzare la cornetta e telefonare potrebbe essere la possibilità di avere una stanza e “un pasto pronto”, oppure la voglia di condividere un appartamento misto.
La filosofia secondo la quale è sempre “meglio specificare onde evitare brutte sorprese” sta prendendo piede anche tra gli studenti. Così tra un annuncio e un altro capita frequentemente di imbattersi in appartamenti “misti” o in coinquilini pronti a dividere la casa con “ragazzi e ragazze socievoli e simpatici”. Segno che i tempi cambiano e gli annunci si adeguano.
L’annuncio: C’è chi punta sulle frasi ad effetto e chi conia nuove parole, che diventano con il tempo un must tra gli esperti del settore. C’è infatti chi affitta alla studentessa pendolare, chi vuole solo ragazzi erasmus, chi cerca le matricole o studenti agli ultimi anni e chi invece punta agli stagisti. In questa babele dalle informazioni frammentate c’è anche chi cerca di emergere e dare voce alla propria diversità: ecco così che da qualche anno a farsi spazio nella miriade di annunci ci sono anche loro: gli ideatori delle case “gay friendly”.
Appartamenti gay friendly: quasi tutti ne conoscono il significato, ma ancora pochi sono abituati a vederli sulla carta stampata. Iniziano ad occupare uno spazio importante nella sezione degli annunci immobiliari e specialmente all’interno del panorama universitario. Di solito il loro mondo era il web, dove potersi nascondere e mistificare in siti di chiaro orientamento sessuale. Oggi invece i fautori delle case gay friendly hanno deciso di venire allo scoperto, di appendere i loro annunci nelle bacheche degli atenei e di continuare le loro ricerche su alcuni dei giornali più conosciuti nel settore delle inserzione.
Gli inserzionisti sono studenti o ragazzi fuorisede che scelgono di annunciare la propria identità di genere e sono in cerca del loro coinquilino ideale. Oggi sulla carta stampata sono in tanti a pubblicare e inserire senza remore nome e numero di telefono. Anche per loro l’annuncio è la carta vincente per trovare la persona giusta, come ci racconta Andrea, nome di fantasia, studente omosessuale e quasi al termine dei suoi studi.
“È da qualche anno che il fenomeno sta emergendo, anche se ritengo che non sia ancora esploso”, ci sottolinea al telefono. “Alcune volte mi è capitato di vedere queste inserzioni nelle bacheche universitarie e la cosa più che stupirmi mi ha fatto riflettere. L’esigenza di specificare in un annuncio che si tratta di una casa gay friendly – spiega Andrea – fa parte di una necessità. La condizione omosessuale non è ancora ben vista, si va avanti per stereotipi e la necessità di specificare in un annuncio la propria tendenza sessuale, prima che essere segno di apertura, denuncia la presenza di un pregiudizio difficile da sradicare. Ancora oggi non sono pochi gli studenti che rischiano di andare incontro a convivenze traumatiche, non potendo manifestare in pieno la propria sessualità”.
Andrea sottolinea inoltre come siano principalmente i ragazzi gay ad utilizzare il canale degli annunci. “A volte diventa indispensabile cercare persone del tuo stesso ambiente. È un’occasione per vivere liberamente, non limitarsi e innalzare mura all’interno della stessa abitazione”. Ma il suo sguardo non si ferma a queste considerazioni. “Sarebbe stupido comunque semplificare la questione e sintetizzare la nascita di questi annunci con l’idea della “necessità”. Dietro tale inserzione si celano questioni complesse e non sempre ritengo che l’annuncio sia la soluzione migliore. Anche in queste abitudini si nasconde il pericolo di una ghettizzazione. Un chiudersi al mondo esterno e dialogare solo con le persone che vivono le tue stesse problematiche”.
Pericolo “ghetto”. Dietro un’apparente apertura questi annunci nasconderebbero quindi una chiusura nei confronti del mondo esterno. Una chiusura indotta e non voluta. “Non bisogna cadere nell’errore – ci spiega questa volta Francesco, altro nome di fantasia, studente e stagista – di interpretare in modo semplicistico il fenomeno. Sicuramente l’inserimento di annunci di case gay è sintomo di una realtà che sta cambiando, di una società che si sta aprendo, ma che nello stesso tempo è ancora intrappolata in alcune convenzioni sociali. Non penso di contraddirmi dicendo questo. Annunci come questi sono i primi segnali di denuncia. Denunciano il disagio che un ragazzo omosessuale può provare durante una convivenza con altri ragazzi, sono il segnale di una mancanza di comunicabilità tra gli studenti e sono la speranza di trovare un mondo più simile al proprio essere”. “Attualmente vivo da solo – aggiunge Francesco – ma sono sicuro che non ricorrerei mai a questo tipo di inserzioni. Preferisco le convivenze miste, casomai con ragazze o con coppie etero, persone che mi possano dimostrare una sensibilità più spiccata, più vicina al mio modo d’essere. L’accettazione della diversità si manifesta anche nella scelta e nella voglia di avere coinquilini che non appartengono alla tua sfera sessuale”.
Friendly ma senza studentesse. Dopo aver ascoltato un po’ di voci e aver capito di cosa stiamo parlando abbiamo provato a chiamare ad alcuni inserzionisti di questi annunci per vedere se veramente queste case possono definirsi “friendly”. In realtà il dato che registriamo non è molto confortante. Più che apertura notiamo infatti una totale chiusura nei confronti delle studentesse. Basta presentarsi come una ragazza in cerca di una stanza per essere liquidata in 5 secondi. Al telefono, infatti, i “proprietari” di questi annunci non fanno che ripeterci di leggere bene l’inserzione. Noi lo facciamo e lo rileggiamo ad alta voce nella cornetta per essere fermati alla parola gay. “Signorina – ci sentiamo ripetere garbatamente dall’altra parte – è specificato la tipologia di persone che stiamo cercando”. E se quasi da ingenui specifichiamo di non avere alcun pregiudizio al riguardo sono loro ad aprirci gli occhi liquidandoci con un “non importa, la selezione non è aperta a tutti”. Ecco che allora comprendiamo a fondo il pericolo “ghettizzazione” di cui ci parlavano Andrea e Francesco.
Dall’Italia all’Europa. Gettando uno sguardo all’esterno e all’estero la situazione sembra cambiare in parte. Spostandoci dall’Italia all’Inghilterra e sbirciando sul “Porta Portese” londinese ci si accorge che il giornale ha una propria sezione rivolta agli annunci gay, che non compaiono sporadicamente tra un annuncio e un altro come in Italia. Inoltre ci accorgiamo fin da subito che forse qui la parola “gay” ha qualcosa di meno ghettizzato rispetto al nostro Paese e che già la sua accezione accoglie anche il mondo femminile. Non solo uomini ma anche donne. A confermare i nostri dubbi, Gabriele, un ex studente omosessuale che ormai da anni vive a Londra. Alla nostra domanda se fosse a conoscenza di annunci gay friendly Gabriele ci risponde in modo inatteso. “Non sapevo dell’esistenza di questa tipologia di annunci. Penso che a Londra la situazione sia un po’ diversa. Attualmente vivo in una casa con 9 eterosessuali e i problemi che emergono non sono certamente legati ai nostri orientamenti sessuali. Onestamente non risponderei mai ad un annuncio simile. Lo vivrei semplicemente con un forte senso di ghettizzazione”.
Anna Di Russo

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

I love JOB

Next Article

Sun, mozione al ddl Gelmini

Related Posts