Cattolica in cielo grazie alla "lotteria"

rigoreperfetto.jpgFinale a sorpresa nel Campionato delle Università di Roma: per stendere Tor Vergata decisivi i rigori. Non sono bastati gli ottanta minuti del tempo regolamentare né i supplementari. Per decretare la squadra di calcio campione della Roma universitaria c’è voluto l’epilogo più beffardo e odiato dai calciatori: i tiri dal dischetto.
E così, dopo un’emozionante sequenza di rigori che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, ad alzare la Coppa è stata la formazione della Cattolica che è riuscita a iscrivere così per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro della manifestazione. Musi lunghi, invece, per i giovani di Tor Vergata, in vantaggio di una rete fino a una manciata di secondi dal triplice fischio e raggiunti proprio sul più bello da un gol di Simone Gurrieri (bomber della manifestazione per il terzo anno consecutivo), decisivo poi anche dagli undici metri.
Il risultato finale è una sorpresa per gli addetti ai lavori: la Cattolica, infatti, nelle edizioni precedenti aveva sempre mostrato un buon gioco, segnando tanto, ma fallendo spesso l’appuntamento nelle occasioni importanti. “Quest’anno abbiamo ribaltato i pronostici ma il successo è meritato. Le nostre armi vincenti? Velocità, forza fisica, carattere e la giusta mentalità vincente”. A dirlo è Filippo Lococo, storico capitano dei suoi che, pur avendo saltato l’atto conclusivo per infortunio, non sembra dispiaciuto.
“Io sono solo una pedina della squadra, la mia assenza non si è fatta sentire. Il mio apporto piuttosto è stato psicologico, incitando i compagni nelle riunioni e dagli spalti. E sono contento che sia andata a finire così. Mi è piaciuto il fatto che in finale siano arrivate due squadre giovani ed emergenti: un bene per il torneo a dimostrazione che la competizione è sana e vivace”.
A dir la verità, oltre ai meriti dimostrati sul campo, la Cattolica ha approfittato di una buona dose di fortuna: vittoria ai rigori anche nei quarti (contro Roma Tre) e ai supplementari in semifinale (Luiss). “La dea bendata ci ha senza dubbio assistito – svela Carmelo Papotto, pedina fondamentale del centrocampo della Cattolica – ma la coesione del gruppo ha avuto un ruolo fondamentale. Siamo amici anche fuori del campo e ciò ha influito sul nostro andamento: con le proporzioni del caso ci sentiamo come l’Italia di Lippi campione del mondo. A inizio anno, sinceramente, in pochi credevamo nel successo, salvo poi acquisire più consapevolezza delle nostre qualità. E, con Gurrieri, Stipa, Favoriti e il para-rigori Centofanti in squadra, la stagione non poteva che finire così”.
Finalmente spezzato il duopolio Luiss-Foro Italico che aveva dominato la scena nelle tre edizioni precedenti, la Cattolica ora è attesa dalla prova più difficile: ripetersi. “A ottobre sarà dura – chiude Papotto – perché tutti ci aspetteranno sul campo ancor più agguerriti”. Staremo a vedere, intanto complimenti!

Edoardo Massimi 

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