Non si ferma la contestazione, anzi acquista più consenso e nuovi spazi. Il tavolo di trattativa con il ministro Gelmini di ieri pomeriggio non ha dato i frutti sperati: l’Udu (principale motore delle manifestazioni di questi giorni) ha giudicato irricevibile la posizione di Viale Trastevere (nessun ritiro degli articoli 16 e 66 della legge 133) e ha preso atto della necessità di continuare la mobilitazione nelle piazze e nelle università, anche attraverso le occupazioni. La protesta degli studenti, poi, è entrata anche all’Auditorium dove in questi giorni si sta svolgendo la Festa del Cinema di Roma.
Un migliaio di giovani universitari, al grido di «Vogliamo entrare gratis», ha occupato in serata il Villaggio dell’Auditorium. Momenti di tensione ci sono stati sia all’ingresso dei manifestanti all’Auditorium sia quando, dopo aver improvvisato un sit-in, gli studenti hanno violato il tappeto rosso, riservato agli attori e al pubblico vip.
La polizia ha respinto gli studenti che in segno di una protesta pacifica hanno alzato le mani. Quattro studentesse però sono riuscite a conquistare il red carpet srotolando uno striscione con su scritto «Pay attention movimento irrappresentabile». Poi sono state bloccate e identificate.
«Siamo venuti al festival del Cinema – ha spiegato Francesco Brancacci, studente di Scienze Politiche – perchè vogliamo ribadire che non ci può essere cultura senza un’università pubblica». Un altro studente gli ha fatto eco: «Siamo qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma irricevibile».
Il programma del Festival ha subito variazioni di programma: chi aveva il biglietto per accedere alle proiezioni è entrato da un passaggio laterale. In mattinata, intanto, avevano sfilato in migliaia gli studenti di numerosi licei romani che si erano dati appuntamento stamani al Circo Massimo per un sit-in e che poi si sono spostati verso il Senato e Montecitorio.
Gli studenti hanno cantato e ballato, spiegato le loro ragioni, dividendosi e formando altri cortei che poi, alle 12, sono approdati a Palazzo Madama, al grido di «Chi non salta Gelmini è», e «Gelmini vattene a casa, Gelmini vattene a casa!».
Manuel Massimo
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